Risorse idriche, energie rinnovabili, le nuove normative europee sulla casa e sul packaging, l’ impatto ambientale della moda e in particolare del fast fashion, la carbon footprint dei siti web e della produzione di cibo. La sostenibilità è un fattore di competitività per le imprese, come recita il titolo della Green Week, il Festival della green economy promosso da ItalyPost, Fondazione Symbola e il Corriere della Sera con L’ Economia e Pianeta 2030, giunto alla sua dodicesima edizione, e come sostiene anche il capo del comitato scientifico della manifestazione, Ermete Realacci: «Essere buoni conviene, la sostenibilità è una chiave fondamentale della crescita economica», ha detto alla presentazione del Festival.
Da domani fino a domenica 7 maggio a Parma si potrà allora fare il punto su cosa significhi essere green, al di là delle operazioni di marketing, tralasciando le ideologie e le operazioni «spot». Si partirà infatti dalle esperienze quotidiane di quelle aziende che della sostenibilità hanno fatto un vero e proprio impegno e che hanno intrapreso un percorso articolato e ragionato. Anche perché, lo anticipiamo, è questa una chiave fondamentale per posizionarsi negli scenari globali e affrontare le sfide di mercati che cambiano continuamente. E che sono sempre più selettivi, oltretutto, proprio su questa base: proporsi come azienda che rispetta l’ ambiente e le persone dà un vantaggio rispetto a chi ignora questi aspetti. Reputazionale, sì, ma non solo: saranno gli imprenditori a spiegare come in molti casi un approccio di questo tipo permette di risparmiare sui costi, di efficientare i processi e migliorare la qualità delle produzioni.
A Parma si riuniscono allora tutti i più importanti protagonisti di un territorio che di questa vocazione ha fatto un asset fondamentale, da Barilla a Mutti, da Davines a Chiesi, dal Consorzio del Parmigiano Reggiano a quello del Prosciutto di Parma, da Metlac a Lingotek, Laterlite, Garc, passando per società di facility management come Ecostilla. Ma parteciperanno alla discussione tante altre aziende multinazionali e nazionali come Volvo, Tetrapack e Amorim Cork, le venete Cereal Docks, Irsap, Cielo e Terra, Fomet, Fitt, Piovan, Kioene, poi Colser, le concerie delle valli dell’ Arno e del Chiampo, i consorzi dei bacini idrici del Po e del Brenta, istituti di credito come Crédit Agricole e multiutilities come Iren, aziende lombarde come Feralpi, toscane come Manteco. E se il punto di partenza è proprio il racconto delle sfide e delle opportunità che si propongono su base giornaliera all’imprenditore, non mancherà l’ occasione di allargare lo zoom e contestualizzare gli spunti in un’ ottica più ampia. A permetterlo saranno i contributi dei ministri Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente e Sicurezza energetica) e Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy), poi di figure come Andre Gejm, premio Nobel per la fisica 2010, Vincent Stanley, direttore filosofia dell’ azienda Patagonia, e poi Jan Olof Lundqvist, senior researcher dello Stockholm International Water Institute, Giulio Boccaletti, chief strategy officer The Nature Conservancy, Henry anderson, storico giornalista del Financial Times e autore del libro in uscita «Il prezzo della sostenibilità. Vincitori e vinti nella corsa globale all’ auto elettrica» e Maxine Bedat, avvocato impegnato a promulgare il cosiddetto «Fashion Act» e autrice de «Il lato oscuro della moda».
A precedere i panel che come di consueto si svolgono a mo’ di tavole rotonde nelle più significative location cittadine, sono stati due giorni – da martedì fino ad oggi – di tour di visita nelle aziende che, secondo la selezione del Comitato scientifico del festival, sono vere e proprie «Fabbriche Della sostenibilità», ossia eccellenze pronte a mostrare a chi ne affollerà gli stabilimenti come si fa diventare un processo industriale realmente green, mostrando dunque i propri prodotti e le lavorazioni, ma anche le innovazioni tecniche e le complesse tecnologie che vengono impiegate. Molte aziende hanno aperto le loro porte, soprattutto in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana (si è passati dallo scoprire la produzione di pomodori in Mutti a sbirciare gli sviluppi del settore del caldo e del freddo in Irsap, fino agli impieghi creativi di una delle materie prime più sostenibili, il sughero, in Amorim Cork, e ancora la lavorazione della gelatina in Lapi Gelatine, i tessuti pregiati di Mentico, e molto altro).
Alle iniziative della Green Week – più di 70 eventi con oltre 300 relatori che animeranno la città – sono attese migliaia di persone, fra cui un nutrito gruppo di studenti internazionali, che usciranno dalle aule universitarie di tutto il mondo per addentrarsi nelle pieghe del nostro tessuto imprenditoriale e scrutare il dietro le quinte delle nostre aziende, potendo apprezzare la capacità di coniugare il know how tipico del Made in Italy con l’ innovazione e la spinta tecnologica richiesta dalla transizione ecologica. Oltre a loro ci saranno operatori del settore, imprenditori, giornalisti delle principali testate nazionali ed europee e influencer attenti alle tematiche green.