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Generazioni in dialogo: uniti per la transizione

L’obiettivo dell’incontro era quello di tenere insieme diverse generazioni, mettendole a confronto sull’urgenza, i costi e le contraddizioni della transizione ecologica. Al penultimo evento della Parma Greenweek, intitolato «Il futuro è nelle nostre mani. Dialogo tra generazioni», ieri mattina, la sala era piena e il pubblico trasversale. All’appuntamento, moderato da Filiberto Zovico, sono intervenuti Davide Bollati, presidente di Davines Group, Francesco Mutti, amministratore delegato di Mutti, e Veronica Tibiletti, docente di Economia aziendale all’università di Parma, che, sollecitati dalle domande dei ragazzi di Parma Giovani 2027, introdotti da Emma Nicolazzi Bonati, hanno provato a rispondere a diversi quesiti. Dalla trasparenza al fenomeno del «Greenwashing». «Quello della sostenibilità è un tema più universale che specifico – ha detto Bollati, ricordando la difficoltà di decarbonizzare nella crescita e la necessità di mantenere un equilibrio tra le esigenze di mercato e la filosofia -. La sostenibilità non è un argomento solo generazionale, ma riguarda anche le diverse aree geografiche del mondo. I consumatori asiatici, per esempio, sono più interessati alla performance e la sostenibilità viene molto dopo. In generale, quando si parla di comunicazione, la trasparenza e l’onestà, cioè dire anche quello che non si riesce ancora a fare, pagano. Noi continuiamo a imparare ogni giorno».

E se, spesso, il concetto di transizione energetica viene vissuto come qualcosa che va fatto e di cui qualcuno si occuperà, Mutti ha spiegato come «il consumatore medio si aspetta che questi problemi siano risolti senza impatti». «Un tempo, la voce dei giovani era forte perché, numericamente, erano un elemento determinante e trainante, mentre oggi, in un Paese come l’Italia, il fatto che essi siano un’esigua minoranza toglie linfa vitale e la necessità di affermarsi in modo importante – ha chiarito l’ad -. Dobbiamo ascoltarli perché anche se non hanno quella potenza di voce che esprimevano un tempo sono portatori di idee che rappresentano un’evoluzione verso il futuro».

Per Tibiletti, che da accademica studia l’impatto che la transizione ha sull’economia (e anche sul territorio), anche se in una prima fase essa ha dei costi, «nel medio e lungo termine ripaga gli imprenditori». Per la docente, questo passaggio «è ineludibile», anche perché l’Unione Europea sta indirizzando i mercati verso la sostenibilità. «Le istituzioni finanziarie prestano denaro alle aziende che dimostrano di avere indicatori più alti in termini di sostenibilità e le banche stanno sostenendo, con i Green Bond, sempre di più aziende che investono in sostenibilità – ha precisato l’accademica -. I giovani ci sono, chiedono di essere informati con precisione e domandano agli atenei di aiutarli a leggere questi temi, evitando fake news e luoghi comuni».

Per Nicolazzi Bonati, che ha avuto il ruolo di coordinare il dibattito dei ragazzi, veicolando le domande dei coetanei, il tema della «ricezione delle informazioni è molto importante»: «Viviamo in un mondo di fake news e, spesso, soprattutto quando si parla di Greenwashing, non sappiamo di chi fidarci e come affrontare queste complessità. Noi siamo alcuni dei ragazzi che portano avanti la candidatura a Parma Capitale dei Giovani 2027 e vogliamo dar vita a un processo stabile, che resti sul territorio, a prescindere da chi sarà poi la città finalista».

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