GREEN WEEK – «Formare i giovani per renderli artefici di un futuro sostenibile»

Gazzetta di Parma / Luca Molinari

La formazione può rendere i giovani protagonisti di un futuro sostenibile. Per passare dalle parole ai fatti serve un approccio nuovo, ma soprattutto interdisciplinare, che consenta ai giovani di poter disporre delle competenze necessarie per affrontare e guidare la transizione ecologica. Il nostro Ateneo sta giocando questa sfida in prima linea su molteplici fronti, come è emerso ieri mattina durante il convegno della «Green Week» che si è svolto nell’aula Magna dell’Università. I lavori sono stati condotti da Claudio Rinaldi, direttore della Gazzetta di Parma. L’intervento introduttivo del curatore Filiberto Zovico ha anticipato la riflessione iniziale di Fabrizio Storti, prorettore per la Terza missione dell’Ateneo. «Al momento sono sei i corsi di laurea legati allo sviluppo sostenibile – ha esordito – ma il processo di analisi e revisione è costante. E’ infatti necessario un approccio multidisciplinare, come già avviene, ad esempio, nel Food Project». Secondo Erasmo Neviani, coordinatore del Food Project, docente di Microbiologia degli alimenti e industriale, presidente Idf Italian Committee, «in ambito alimentare la sfida del futuro è quella di garantire cibo sicuro in quantità necessarie a tutta la popolazione del mondo». «Queste esigenze – ha proseguito – vanno soddisfatte in modo sostenibile, perché le risorse del pianeta non sono infinite. Ricerca e tecnologie possono offrirci soluzioni e alternative, ma dobbiamo formare persone che siano in grado di applicarle». Daniele Del Rio, docente di Nutrizione umana, presidente della Scuola di studi superiori in alimenti e nutrizione dell’Ateneo, si è soffermato sul post laurea e sull’alta formazione. «La scuola è frequentata da studenti da tutto il mondo ed è stata fondata – ha precisato – perché la ricerca sulla sostenibilità è da sempre centrale nel nostro Ateneo». Per Guido Cristini, presidente del corso di laurea in Food System: Management, Sustainability and Technologies, «serve una riprogettazione che preveda una reale multidisciplinarietà del progetto formativo». Per farlo «dobbiamo metterci tutti attorno a un tavolo». Monica Cocconi, docente di Diritto Amministrativo e delegata del rettore all’anticorruzione e alla trasparenza, ha ricordato che anche «la grammatica costituzionale si sta adeguando. Nel nostro Paese è stata presentata una proposta di legge per inserire la tutela ambiente tra principi fondamentali della Costituzione». Stefano Sforza, docente di Chimica organica dell’Ateneo, si occupa tra l’altro, dello studio degli insetti come nuovi ingredienti di alimenti e mangimi. «Dovremo abituarci a nuove abitudini alimentari – ha osservato -; l’economia circolare ci costringerà a cambiare. In questo senso i giovani rivestono un ruolo fondamentale». Ha parlato del un nuovo brevetto di ricerca sulla «Produzione di antimicrobici da scarti vegetali» Camilla Lazzi, docente di Microbiologia generale. «Grazie al sostegno dell’Ateneo – ha raccontato – abbiamo valorizzata la nostra collezione microbica, che contiene quattromila microorganismi e ci consentirà di affrontare nuove sfide». Giuseppe Vignali, presidente del corso di laurea magistrale in Food Industry Engineering, ha spiegato che «la grande sfida è quella di rendere fattibili economicamente le soluzioni tecniche proposte dalle nuove tecnologie». Donatella Baiardi, docente di Politica economica dell’Ateneo, si è soffermata «sul fondamentale ruolo giocato dai giovani per contrastare gli effetti del cambiamento climatico». Ha chiuso gli interventi la testimonianza di Giorgio Cappellari, ad di Fomet rimarcato come «i prossimi conflitti saranno per acqua e proteine».

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