La sostenibilità è un fattore strategico per la crescita delle imprese: è uno dei temi che saranno discussi a Parma durante la Green Week. E per dimostrarlo, il presidente di Davines Group, Davide Bollati, attinge all’esperienza aziendale. «Abbiamo un piano strategico di sostenibilità fatto su istanze verticali: la decarbonizzazione con decine di progetti, la biodiversità, la circolarità; abbiamo aggiunto l’acqua dopo un lavoro di analisi con stakeholders anche esterni. Abbiamo calcolato che, per la nostra azienda, il costo di un investimento sulla sostenibilità è fra 8 e 10% del totale. Se eliminassimo tutti gli investimenti in R&S non avremmo marginalità in più: senza sostenibilità non cresceremmo, secondo me».
La Green Week è un appuntamento in forte crescita con un livello molto alto di professionalità coinvolte. Queste le parole di Alessandro Angella, dirigente del settore Transizione ecologica del Comune di Parma, ieri a Milano: «Il festival è un’importante opportunità di divulgazione scientifica e di esperienze particolarmente virtuose che sono sul nostro territorio, grazie a un’imprenditoria molto innovativa e istituzioni pronte al cambiamento che ci viene richiesto». Angella richiama il Contratto climatico di Città recentemente approvato dalla Commissione Ue: «La strada intrapresa è quella giusta, anche se complessa e molto articolata». Angella cita poi alcune cifre: «Parma ha un emesso di un milione e 126mila tonnellate di CO2 equivalente all’anno. Edifici e mobilità contribuiscono rispettivamente per il 59% per il 22%. C’è un contributo del 14% legato a tutti gli usi del suolo, compresa l’agricoltura e il 5% gestione rifiuti e uso dei prodotti». Le macro-strategie: elettrificazione del territorio e dei consumi, pianificazione green, circolarità delle risorse, food policy e forestazione, educazione alla sostenibilità. La conclusione? «Dobbiamo ripensare gli stili di vita: il modello di acquisto, consumo, movimentazione nella città. La Green Week è importante per discuterne».
«A Parma le aziende hanno piena consapevolezza che quella della sostenibilità è la strada da percorrere per fare la propria parte nel miglioramento dell’equilibrio tra l’uomo e l’ambiente – è il commento di Gabriele Buia, presidente dell’Upi, in una nota -. Ma perché si realizzi una transizione efficace nel lungo periodo, occorre che le tre dimensioni della sostenibilità – ambientale, sociale ed economica – procedano insieme verso questo obiettivo. Il Festival ci offre l’occasione di discutere di questi temi in modo completo, articolato e competente».
Per Fabrizio Storti, prorettore Vicario e prorettore alla Terza missione dell’Università di Parma, l’evento è un attestato di qualità e un grande stimolo di riflessione sul futuro. «Un percorso complicato, legato alla persuasione di cambiare stile di vita – spiega -. Come Università con 30mila studenti sono problemi che conosciamo bene. Il valore aggiunto di Parma: siamo un sistema di territorio, in cui facciamo la nostra parte. Lavoriamo pesantemente sui nostri edifici: li trasformeremo in tre-quattro anni in maniera importante, grazie anche al Pnrr. Lavoriamo sui consumi, l’approvvigionamento energetico e abbiamo da anni il Gruppo Ateneo sostenibile. Dobbiamo aiutare i giovani a giocarsi il futuro».
I giovani, principali attori del cambiamento, sono al centro del pensiero anche di Franco Magnani, presidente della Fondazione Cariparma: «I giovani sono una preziosa risorsa per lo sviluppo del territorio – dice in una nota -. Un territorio che, oggi più che mai, sta cambiando. Crediamo nella forza dirompente della conoscenza. Per questo sosteniamo da sempre la ricerca scientifica e universitaria e ci impegniamo in progetti di sostenibilità sociale, economica e ambientale».