La moda può essere sostenibile? Focus su concia, riciclo e sui grandi trend dei consumi

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 La produzione globale di abbigliamento è più che raddoppiata negli ultimi vent’anni e secondo Greenpeace le vendite nel 2025 raggiungeranno i 2,1 trilioni di dollari. Il problema è che quella della moda è una delle industrie più inquinanti al mondo, e il fast-fashion, capace di sfornare anche 10 collezioni l’anno, ormai è un modello di produzione del tutto insostenibile. Per questo è necessaria una svolta. Ma il sistema moda può essere effettivamente sostenibile? Il riciclo porta davvero ad una riduzione dell’impatto ambientale? E quanto si è disposti a pagare per un abito prodotto in modo sostenibile? Queste e altre domande saranno al centro del ciclo di convegni dedicato al mondo della moda, in programma al Festival di Trento venerdì 28 e sabato 29 febbraio, curato da Luca Vignaga, amministratore delegato di Marzotto Lab, gruppo del tessile attento all’efficienza energetica e alla sostenibilità della produzione che lavora con linee di tessuti certificate eco-sostenibili.

Il primo convegno, intitolato “CSR: il futuro del trend della moda”, tratterà dei principi della responsabilità sociale d’impresa e di come questi possano essere applicati al sistema moda. A prendere la parola saranno Marco Bettiol, docente di Marketing all’Università di Padova, Elisa Gritti, antropologa economica e ricercatrice presso il Dipartimento di Management all’Università Ca’ Foscari, Romina Noris, consulente Sostenibilità e Gestione delle persone per le PMI, e Matteo Lavezzo, amministratore unico di Project Officina Creativa, azienda vicentina che produce capi d’abbigliamento per i brand del lusso attenta alla sostenibilità e alla responsabilità sociale lungo tutta la catena di produzione. Condurrà l’evento Elena Masia, Sustainability Specialist.

“Il sistema moda può essere effettivamente sostenibile?”. Proveranno a rispondere a questa domanda i protagonisti del secondo convegno dedicato alla moda: Marco Ricchetti, economista e co-fondatore di Sustainability-lab.net, piattaforma digitale nata per sviluppare la cultura della sostenibilità, Francesca Romana Rinaldi, autrice del libro sulla moda del domani Fashion Industry 2030 (Bocconi University Press, 2019), e Luca Vignaga, curatore della sezione.

Seguirà un incontro realizzato in collaborazione con UNIC dal titolo “Pelle, ecopelle, plastica: vecchi e nuovi miti da sfatare”. A intervenire sul tema saranno Gianfranco Dalle Mese, amministratore delegato Conceria Montebello, Giancarlo Dani, amministratore delegato Dani, e Giacomo Zorzi, direzione sede Veneto UNIC Concerie Italiane.

“Come ridurre l’impatto ambientale?” è poi il titolo dell’evento che vedrà come protagonisti Eleonora Di Maria, docente Economia e gestione delle imprese all’Università di Padova, Andrea Stenico, titolare di Sadesign-Creative Merchandising, e Marco Mantellassi, amministratore delegato di Manteco, azienda di Prato che ricicla la lana per farne tessuti di lusso. A condurre l’evento sarà Rossella Panarese, autrice e conduttrice di Radio3scienza.

Il primo convegno della sezione moda in programma per sabato 29 febbraio, dal titolo “Meno chimica, più riciclo. Per una moda diversamente green”, sarà dedicato al tema del riciclo dei tessuti. A confrontarsi esponenti di aziende del tessile che fanno della sostenibilità una missione: Stefano Albini, presidente del Cotonificio Albini, azienda del bergamasco che produce tessuti in cotone e lino organico e tessuti realizzati con filati riciclati o con fibre sostenibili, Marco Penazzi, project coordinator di Progetto Quid, brand veronese di moda etica e sostenibile che crea capi di abbigliamento e accessori in edizione limitata, e Marco Piu, coordinatore scientifico e organizzativo dell’Associazione Tessile e Salute.

Poi la discussione si sposterà sulla “Moda del plastic free”, termine utilizzato sempre più spesso da politici, influencer, imprenditori, ma che in realtà rappresenta un’utopia ingenua. Un mondo senza plastica infatti è praticamente impossibile. Ma perché, invece di eliminarla, non cerchiamo di riciclarla? A discutere di questo tema saranno Giovanni Bonotto, direttore creativo de La Fabbrica Lenta, un nuovo modello di riferimento per la manifattura italiana contro la standardizzazione industriale, che tra i suoi progetti vanta anche la realizzazione di filati ottenuti dalla lavorazione della plastica riciclata, Giovanni Schneider, amministratore delegato del Gruppo Schneider, leader mondiale nella selezione e nella prima trasformazione delle lane e delle fibre tessili naturali di origine animale in un semilavorato industriale, e Andrea Batilla, creative strategist. Condurrà l’evento Elena Comelli, giornalista Corriere della Sera.

Chiuderà il ciclo di convegni sulla moda la presentazione di una ricerca di Pwc dal tema “Il prezzo della sostenibilità. Quanto è disposto a pagare il consumatore per il prodotto sostenibile?”, con Roberto Bottoli, presidente del Lanificio Bottoli, e Enrico Ceci, sales director business consumer DOpla Group. A introdurre la ricerca sarà Erika Andreetta, partner PwC. L’evento sarà condotto da Filiberto Zovico, fondatore di ItalyPost.

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