L’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po è un Ente pubblico non economico, che opera sotto la vigilanza del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), istituito con la Legge 221/2015 che ha accorpato le preesistenti Autorità di bacino del Fissero-Tartaro Canalbianco, del Reno, dei bacini romagnoli, del Conca-Marecchia e del Fiume Po.Il bacino del Reno, quindi, dal 2017 è entrato a far parte di quella che, dal punto di vista socio-economico, è certamente l’area più importante del nostro Paese. In tal senso, in occasione della Green Week, quest’anno l’Autorità di Bacino Distrettuale ha ritenuto opportuno dare il giusto rilievo a questo importante fiume, ed ha individuato nel Museo della Bonifica di Saiarino l’elemento che forse meglio di molti altri può rappresentare questo territorio. Saiarino, con il suo museo, il suo sistema di sollevamento e le sue valli, coniuga in sé tanti aspetti del governo di un corso d’acqua che vanno dall’uso della risorsa, alla protezione del territorio, alla tutela dell’ambiente. Le valli di Argenta, infatti, nate come aree di laminazione delle acque in caso di eventi meteorici intensi, oggi rappresentano una delle più grandi aree umide protette d’Europa nonché un’importante area per la ricarica delle falde e la conservazione della risorsa.
Il Museo della Bonifica illustra gli elementi fondamentali della plurisecolare azione esercitata dall’uomo nel governo delle acque. Il complesso di architettura protoindustriale di Saiarino meraviglia ancora oggi, dopo oltre un secolo, per la lungimiranza della progettazione: edifici funzionali e abitativi sono distribuiti in un ambito che comprende, oltre alle strutture idrauliche vere e proprie, anche magazzini, officine e l’imponente Centrale termica che garantiva l’autonomia energetica per far funzionare le idrovore, il tutto ancora perfettamente integro e funzionante. La visita dall’edificio della Chiavica Emissaria mentre, nel parco circostante l’impianto, si passeggia attraverso una raccolta delle prime macchine utilizzate nelle grandi escavazioni, prosciugamenti, inalveazioni eseguiti fino a tutta la prima metà del XX secolo. Si passa poi alla Sala delle Pompe in stile liberty: contiene 6 imponenti idrovore del primo ‘900 che giunsero in loco grazie a una linea ferroviaria realizzata ad hoc. Presenti nella Sala sono ancora tutti i dispositivi tecnici dell’epoca. L’esperienza museale prosegue con la visita alla Centrale, in cui si attuava il ciclo per la trasformazione dell’energia termica nell’elettricità necessaria ad attivare le pompe idrovore in caso di piena.