Turismo, industria e ambiente. Convivenza possibile? Questa la domanda al centro del convegno in programma venerdì 20 febbraio nella sede di Confindustria Belluno, nell’ambito della Green Week delle Venezie, iniziativa organizzata da VeneziePost e giunta alla sua quarta edizione.
Sul palco, moderati dal giornalista del Corriere della Sera Dario Di Vico, ci saranno Paolo Verri, direttore di Matera 2019 Capitale Europea della Cultura e direttore del Padiglione Italia dell’Expo 2015 di Milano, Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola e la professoressa Ivana Modena, presidente Sumas-School of Sustainable Management, esperta di turismo sostenibile. Come rilanciare un territorio montano ncrociando manifattura, turismo, cultura e sostenibilità?
Il neo presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, Luca Barbini, ha le idee chiare: «Con la crisi del 2008 un modo di fare impresa è definitivamente tramontato. Dobbiamo perciò cogliere le nuove opportunità per il nostro sistema manifatturiero, anche alla luce della profonda evoluzione nei consumi: sappiamo che una quota crescente di domanda si rivolge verso beni che racchiudono valori immateriali, legati ad esempio alla sostenibilità ambientale, nonché alle specificità del territorio. In questo senso, è strategico investire per rafforzare i rapporti tra manifattura, istituzioni culturali e turismo. La nostra associazione sta lavorando in questa direzione e l’evento promosso nell’ambito della Green Week sarà un utile e interessante momento di confronto e approfondimento con altre aree che già vantano esperienze positive». L’associazione degli industriali bellunesi, del resto, è da tempo impegnata nell’affrontare la sfida della sostenibilità con il progetto «Green Dolomiti », ideato da Gianluca Vigne circa due anni fa. Una piattaforma per lo sviluppo sostenibile della montagna. «La nostra è una delle prime 15 province d’Italia più industrializzate se si tiene conto del rapporto tra Pil e popolazione. Una provincia ad altissima vocazione industriale, ma altrettanto peculiare per il contesto ambientale e orografico – spiega Vigne -. Qui si vive in simbiosi con l’ambiente. Oltre agli aspetti normativi e agli obblighi di legge, esiste un rapporto particolare con il territorio che spinge ad assumere valori e target decisamente più elevati rispetto alla norma». Una vocazione innata a diventare «green». «Lo siamo diventati quasi senza nemmeno rendercene conto – prosegue Vigne -. E gli esempi di buone pratiche non mancano: realtà come quelle delle occhialerie e delle importanti imprese metalmeccaniche, ma anche di quelle più piccole del settore della galvanica, si sono sviluppate a 1.200 metri di quota, abbarbicate sulle Dolomiti».
Non si tratta di una moda passeggera: «Parliamo di aziende con alle spalle 50 anni di storia che dimostrano a tutti come si possa fare industria in un territorio delicato dal punto di vista ambientale. E farla ad altissimi livelli, con un export che in alcuni settori si avvicina all’80%, a testimonianza dell’importante vocazione internazionale». Qualità di vita in grado di attrarre «cervelli», come ricorda Vigne: «Il ruolo della cultura, e non mi riferisco solamente alla storia e all’arte, ma anche alla tecnologia, è fondamentale per attrarre teste e convincerle a rimanere ». Risorse fondamentali anche dal punto di vista del turismo. «Con Internet la clientela internazionale si orienta velocissimamente. È per questo motivo che si devono creare progetti a medio termine, con obiettivi precisi – conclude l’esperto -. Sfruttando anche le giuste vetrine, come quella dell’Expo».
La tappa bellunese della Green Week si rivolgerà anche a bambini e ragazzi con Gli Alcuni.
Da Il Corriere del Veneto, 16 Febbraio 2015 – di Enrico Presazzi